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mercoledì 19 aprile 2017

626 - NON È NIENTE

Non me ne importa niente
della vita, della morte
del tirare a campare
del tirare la coca
del tirarsi una sega
dell'amore e dei tradimenti
dei ragionamenti intelligenti
dei discorsi dementi
della rima e dell'assonanza
della tua poesia
e della mia.

Sono stanco
sono lo squalo tra i bagnanti
sono il culo sporco alla cerimonia
sono il vomito sul palco
sono l'immondizia da gettare
sono il coccio della bottiglia rotta
sono la parola giusta non detta.

Vorrei piangere ma non ci riesco
invece di piangere rido
rido in faccia a me stesso
al mio passato
al mio destino
alla vita che mi sfugge da sempre
all'ansia, alle paure
alle persone serie
alle autorità
agli insegnanti
alle tradizioni
alle patrie, ai dii e alle famiglie.

Non c'è niente di serio
e tutto di tragico
ridicolmente tragico.

Mi piacerebbe pregare
per dimenticarmi
ma non riesco
a essere sufficientemente
stupido.

Queste parole saranno giudicate
come intrattenimento
troppo tristi per chi le legge al mattino
troppo allegre per chi aspira al suicidio
inutili per chi cerca quello che ha già letto
utili per chi non sapeva come passare il tempo.

Avevo il cane cieco, ora è cieco anche il gatto
e pure io senza occhiali fatico a vedermi la cappella
lo scrivo per non farla sembrare una poesia
ma una defecata di parole buttata lì
che una volta letta si dimentica
e ognuno continuerà a pensare ai fatti suoi
mentre ai fatti miei
continuerò a non pensarci nemmeno io.

E se morirà qualcuno famoso oggi
faremo tutti finta di conoscerlo e rimpiangerlo
anche se era il re delle merde.

Più mi passa il tempo
e più non capisco un cazzo
di me, di te, di noi, di voi, di tutti.

Ascolterei solo le onde del mare
mentre il vento mi porta via i soliti pensieri
lasciandomi insolito.



*
NB
Lo so che la grammatica dice che si scrive "agli dei" invece di come ho scritto io "ai dii", ogni volta che la ripubblico qualcuno me lo ricorda, ho scritto così perché mi piaceva il suono, per l'assonanza con addii; inoltre per il tocco satirico e anche per il senso di scontro tra religioni monoteistiche che mi dà la parola dii invece di dei, più legati nell'immaginario agli dei pagani. Tenendo pure in considerazione che avendo la licenza poetica uso le parole a mio piacimento.



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