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mercoledì 23 marzo 2016

522 - IL BELGA (racconto)

C'era un belga, lo chamavamo Jimmy The Night, figlio di immigrati era venuto via dal Belgio perché diceva non gli piaceva come posto, pioveva sempre e la gente era triste, così era capitato tra la  provincia di Rovigo e quella di Ferrara, tra la nebbia e l'umidità.
Ma a lui sembrava di stare ai Caraibi, girava in camicia hawaiana e occhiali fumé anche col freddo, aveva una grossa berlina gialla, sembrava sempre fuori di testa, un tipo da Paura e delirio a Las Vegas. Voleva fare successo in radio, ma metteva musica che non apprezzava nessuno, diceva che quando era in Belgio piaceva; parlava anche male in italiano, più che uno speaker radiofonico sembrava un venditore di tappetti da spiaggia quando presentava i dischi, perciò non ebbe nessun successo.
Provò in discoteca ma pure lì metteva quella musica che non piaceva a nessuno, lo cacciavano via ovunque e prendevano altri disc jockey che mettevano musica più apprezzata dal pubblico.
Poi si sposò con una bassa e robusta, sparì.
Dopo molto tempo un giorno caldo d'estate passai in auto per una frazione immersa nelle campagne, una chiesa/un bar/un negozio di generi alimentari, immersi nel nulla, a chilometri dal primo vero centro abitato.
Avevo sete, mi fermai davanti al bar per bere qualcosa, c'erano degli anziani seduti all'ombra del pergolato, entrai.
Il barista mi salutò: "Quanto tempo che non ci vediamo, hai fatto bene a venire a trovarmi!"
Dalla voce lo riconobbi, era Jimmy The Night, invecchiato, ingrassato, vestito come un anziano.
Credeva fossi andato apposta a trovarlo, mi offri da bere, presi un'aranciata.
Andai per berla ma il bicchiere sapeva da schifo, da grasso rancido.
Mi disse che sua moglie aveva trovato quel bar d'occasione e si era trasferito lì, mentre si  allontanò un attimo vuotai il bicchiere al di là del bancone, nel lavello.
Quando tornò vedendo che avevo finito mi disse: "Avevi un bella sete, te ne verso ancora!"
"No, grazie, sono a posto, devo anche andar via, mi ha fatto piacere vederti, la prossima volta vengo con più tempo e mi fermo di più."
"La prossima volta ti faccio assaggiare i miei tramezzini, li faccio con la mia salsa speciale."  Mi indicò nella vetrinetta del bancone un recipiente in cui sembrava ci avessero vomitato dentro, neanche coperto.
Qualche mosca gironzolava allegra sul bancone
Sorrisi a lui e alle mosche, lo ringraziai e salutai.
Avevo una sete tremenda, mi fermai al generi alimentari cinque case dopo il bar a prendermi una lattina d'aranciata.
Passò qualche anno e un giorno ripassai per quella frazione, ma vidi che il bar era stato chiuso e abbandonato.
Pure il generi alimentari aveva chiuso.
Le case attorno molte erano state abbandonate, e avevano variopinti cartelli Vendesi appesi alle recinzioni.
Solo la chiesa era ancora aperta, con i pali di ferro che reggevano le campane nel campanile visibilmente arrugginiti e un'aria trascurata.
Qualche centianaio di metri più avanti vidi il grande magazzino di stoccaggio dei prodotti agricoli in cui lavoravano molti del luogo, era chiuso e abbandonato, con un enorme cartello Vendesi/Affiittasi davanti al cancello.
Quelle località abbandonate come un'onda del mare che trasporta i relitti fanno sovvenire i più lontani ricordi, persone e attimi persi nei meandri della memoria, svaniti tra le pagine svolazzanti dei calendari.
Per attenuare la malinconia accesi l'autoradio, la sintonizzai su una stazione giovanile di musica da discoteca, la lasciai sintonizzata li.
Allcuni giorni dopo mentre in auto stavo ascoltando quella stazione presentarono della nuova musica da discoteca, la techno.
Ascoltandola mi dissi: "Cazzo, ma questa è la musica che metteva anni fa proprio Jimmy The Night!".

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