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sabato 24 maggio 2014

348 - Igiene precaria

In quel periodo lavoravo con una ditta che consegnava e installava i registratori di cassa nei locali commerciali, dovevo passarci le giornate nei locali, vedendone molti mi sono accorto che in certi casi l'igiene lascia a desiderare.
C'era un bar frequentato perché faceva i toast molto buoni con dentro i carciofini, la proprietaria sempre indaffarata e sudaticcia, avrà avuto 50 anni con i capelli lunghi unticci e tinti neri, era sempre in canottiera ma aveva il vizio che si grattava spesso sotto le ascelle mentre preparava i toast, prendeva i carciofini sott'olio a mani nude, li metteva nei toast, poi un'altra grattata e via un nuovo toast; forse era quello il segreto del suo successo, le ascelle al carciofino e i toast all'ascella.
In una pizzeria c'era una sempre vestita con i lustrini e i capelli biondi ricci ,che teneva continuamente il cane in braccio, anche quando preparava le pizze le faceva tenendo il cane sottobraccio, ogni tanto qualcuno si lamentava che aveva trovato un pelo di cane nella pizza, ma lei di solito rispondeva che probabilmente ce l'aveva addosso lui e mentre mangiava era caduto sulla pizza, che il suo cane non perde il pelo, che lei era pulitissima quando faceva le pizze, ecc ecc.
Un'altra molto vecchia, avrà avuto ottant'anni e aveva un figlio invalido perciò per mantenerlo continuava a lavorare nonostante l'età da pensione in un chiosco, in cui vendeva bibite e dolciumi ai ragazzini, però aveva l'abitudine di pettinarsi con forza raschiando il cuoio capelluto, lo faceva anche mentre le parlavi e sempre stando al bancone, piegando la testa sopra un vassoio di bomboloni zuccherati che non aveva il coperchio, pertanto vedevi le scaglie gigantesche di forfora che cadevano come grossi fiocchi di neve sui bomboloni e non si vedevano più tra lo zucchero, poi entrava qualche ragazzino e se ne prendeva uno mangiandoselo con gusto, allo zucchero forforato.
In un altro bar sulla statale frequentato da vecchi alcolizzati e turisti di passaggio facevano la frittura mista, pesce fritto da accompagnare col vino bianco, ma lo lasciavano scoperto sul bancone per cui controluce vedevi che i vecchi clienti ubriachi e sdentati parlavano e urlavano tra loro sputacchiandoci alla grande sopra anche i pezzi di pesce che avevano impigliati tra i pochi denti, poi arrivava qualche coppia di turisti e vedevi la signora elegante un po' schifata dall'ambiente che con il fazzolettino di carta se ne prendeva delicatamente uno e se lo mangiava con aria snob.
Io evitavo, ma una volta è capitato anche a me un episodio inquietante, avevo una fame tremenda e sono entrato in un baraccio-pizzeria sozzissimo in  cui passavo spesso, c'erano dei pesciolini cotti a mollo in una terrina trasparente piena d'aceto, erano lì da mesi, forse da anni, avevano perso l'aspetto del pesce con i pezzi che iniziavano a staccarsi, aspettavo la pizza che tardava e allora in un impeto di fame mi sono fatto dare un pesce a mollo,  appena addentato mi si è versato in bocca una quantità enorme d'aceto marcio che aveva assorbito, mi ha fatto passare immediatamente la fame, la pizza l'ho mangiata a stento e dopo poco ho vomitato tutto e di più, per quasi una settimana ho avuto nausea e lo stomaco a pezzi.
Erano pesci putrefatti appartenenti a un'altra era geologica, da esporre al museo e non in un bar.



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